martedì 17 febbraio 2015

Birdman [Film]

Altro filmettino facile facile da commentare...






Sono piuttosto provata dalla visione di questo film.
Non voglio esprimermi negativamente a riguardo, ma mi ha comunque fatta un po' incazzare.

Diciamo proprio due parole a livello stilistico: Iñàrritu, indubbiamente, sa il fatto suo. Di sicuro la scelta del piano sequenza è spiazzante e non rende facilissima la visione, ma è una scelta rispettabile per il tipo di racconto che ci va a narrare. Come anche molto coerenti la fotografia e la scenografia.
Discorso a parte anche sulla colonna sonora, puntellata da tanto jazz ma con momenti di sinfonie trionfali tipiche di un certo cinema, come a voler ulteriormente sottolineare le inquietudini di Riggan.

Due parole le meritano anche le interpretazioni magistrali dell'intero cast. Keaton davvero è l'unico che per me può tenere testa a Redmayne nella volata all'Oscar (ok, non ho ancora visto Cumberbatch e probabilmente mi ci vorrà un po' prima di vedere Carell, ma, magari sbagliando, ho parecchie riserve su quest'ultimo). Un attore che interpreta un attore non è mai cosa semplice, anzi la ritengo tra le performance più difficili da fare.
Norton bravissimo, nulla da dire, praticamente interpreta sé stesso.
E poi lei, Emma Stone. FA-VO-LO-SA. Ma forse, e dico forse, sono un pelo di parte perché io la adoro e vorrei tanto vincesse lei l'Oscar, ma mi sa che posso metterci su una croce.

Gli spunti di riflessione che dà questo film sono davvero tanti.
Cinema, teatro, critica, arte, amore, solitudine, crisi d'identità e quant'altro.

Ovviamente, quello che mi ha colpito maggiormente è la martellante critica ai blockbuster, in particolar modo ai cinecomics (d'altra parte Birdman era un supereroe).
Ora, io non so se è voluto o è solo una coincidenza, ma mi ha fatto veramente ridere pensare che i tre personaggi principali (Keaton, Stone e Norton), siano stati in passato Batman, fidanzata di Spiderman e Hulk.
Che poi, riflettiamoci bene, se diciamo il nome Michael Keaton, qual è il suo primo ruolo che ci viene in mente? Io direi che un buon 80% o giù di lì risponderebbe come me: Batman.
Non sono andata a scavare a fondo, ma probabilmente un collegamento c'è. O altrimenti sono io che volo con la fantasia. 
Chiusa questa parentesi, perché mi fa incazzare questo bacchettare continuo i cinecomics?
Perché i pregiudizi sono tanti e sono troppi. Siamo tutti d'accordo che questi film sono principalmente prodotti per ché fanno incassare, ma non necessariamente devono essere privi di qualsivoglia morale o che debbano far schifo a prescindere.
Io ho tutta una mia teoria sul cinema di entertainment, sono totalmente contraria all'equazione blockbuster:cinema=neve:estate (non sono mai stata brava in matematica, ma spero di aver comunque fatto passare il concetto).
Il cinema che fa incassare milioni di dollari, non è automaticamente spazzatura. E' vero, ci sono tante pellicole che fanno scoppiare i box office che sono lo schifo assoluto, ma è altrettanto vero che si possono spendere due ore di puro divertimento anche con un blockbuster ben confezionato.
Mi riferisco in particolare ai Marvel Studios, perché sono quelli che conosco meglio, e se devo sentirmi raccontare che ci sono storie e personaggi privi di trama o spessore. E d'accordo, non sono Godard o Fellini, ma il cinema è /anche/ questo, mettiamoci l'anima in pace.
NESSUNO fa cinema per la gloria, tutti devono mangiare e pagare le bollette, anche i registi e gli attori di nicchia. E qui mi fermo perché davvero potrei andare avanti per ore, peggio che con American Sniper.

A parte queste puntualizzazioni, gli altri spunti sono indubbiamente interessanti. 
Non si critica solo il cinema "leggero" o il pubblico che cerca solo violenza e pornografia (citando loro direttamente), ma si critica la critica e questo mi ha fatto molto sorridere.
In fondo è un po' quello che ho appena finito di dire io, Riggan rinfaccia a Tabitha il fatto di scrivere per etichette, si sforza di farle capire che anche chi ha fatto cinema può "riabilitarsi", "elevarsi" e fare teatro, un'arte che di per sé è più colta. C'è una sorta di doppio binario in questa situazione.
Mettiamoci poi che la coscienza (?) di Riggan, Birdman, lo sprona a tornare a fare soldi e il quadro si complica, andando ad intaccare la già fragile psiche dell'uomo.

Non è solo sete di riabilitazione quella di Thomson, c'è un'ossessione nei confronti della fama. Quella costante sete di voler essere ricordato, lo fa andare fuori di testa. E si palesa nelle ultime battute della piece teatrale. Ostinarsi ad essere qualcuno che non è.

E poi l'amore. L'amore della figlia, l'amore del pubblico, l'amore in mille sfaccettature. Anche quello provoca ansia e terrore a Riggan. Anche quello non lo fa sentire all'altezza, o forse è meglio precisare, l'assenza di amore.

Insomma, un turbinio di pensieri, di visioni, di chiavi di lettura. E molto probabilmente il regista cercava proprio questo.

PS: 7+ al cameo di Superman mentre Thomson vuole spiccare il volo dal tetto del palazzo.

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