mercoledì 18 febbraio 2015

The Grand Budapest Hotel [Film]

Giro di boa. La maratona Oscar sta vedendo l'arrivo.
Devo dire sto rimanendo colpita, non avevo tutto questo hype per i candidati a Best Picture, ma ammetto che mi sto ricredendo, finora i film mi sono piaciuti un po' tutti (parlando in generale).


                 





Questo film io lo farei vedere all'università. Al corso di storia e critica del cinema, a quelli di letteratura varia, quando si parla di Propp, fabula, intreccio, racconto e Genet, oppure all'Accademia di Belle Arti al corso di scenografia cinematografica.

Se ci fosse un manuale di artigianato cinematografico, questo film dovrebbe essere d'esempio.
Alla faccia di chi dice che oggi non si fanno più pellicole come una volta.

Un'ora e mezza passata via molto velocemente, i dialoghi sono esilaranti, con quel tocco di aulico senza però essere pretenziosi. Io l'ho visto in italiano, spero vivamente che l'adattamento sia stato fatto in modo adeguato, ma comunque l'ho apprezzato molto.
Piccola nota: ho trovato particolarmente ironico vedere Fiennes prendersela con quei "brutti fascisti" (ogni riferimento a Schindler's List è casuale).

La colonna sonora è perfetta, spero vivamente che Desplat si porti a casa la statutetta per Original Score.

Il cast è veramente strepitoso, nonostante la vicenda si incentri sulla storia di Gustave e Zero, si può osare chiamarlo un film corale, per la quantità di pezzi grossi che sono concentrati in questo film. E forse questo in un certo modo sminuisce le loro performance, bravissimi tutti quanti, per carità, Fiennes in primis (che io detesto proprio nelle viscere, ma non posso non riconoscere il suo straordinario talento), ma nessuno spicca in particolare sugli altri.

Non mi stupisce affatto che Milena Canonero abbia fatto incetta di premi per i costumi, ma d'altra parte basta dare un'occhiata veloce alla sua filmografia per capire chi abbiamo davanti. Straordinaria davvero, una cura pazzesca e innovazione, nonostante il film fosse ambientato in un'epoca ben precisa.
Così come le scenografie pazzesche. Potrebbero essere tranquillamente materia di studio in un corso monografico, una cura e un dettaglio straordinari, nonostante le location fossero immaginarie e come sono riusciti a rispecchiare i vari stili dell'epoca, sottolineando l'epoca di sfarzo e di decadimento dell'hotel.

E infine, perché veramente, non voglio dilungarmi troppo, per evitare di dire stronzate mondiali, i colori. Sarà che io ho la fissazione per i colori accesi, ma ho amato tanto la fotografia. Il viola delle divise, poi, che ve lo dico a fare.

Wes Anderson ineccepibile, davvero, ma ho seriamente paura che se ne tornerà a casa a mani vuote, perché l'Academy spesso e volentieri questa tipologia di lavori li snobba e pure alla grande.



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