martedì 4 marzo 2014

86th Academy Awards



E anche per quest'anno, la cerimonia più attesa dell'industria cinematografica è andata.

Ho fatto la brava e ho studiato, guardando buona parte dei film candidati; sono riuscita a guardare tuuuuutta la cerimonia e la cosa mi rende soddisfatta.
Dunque, logicamente, è arrivato il momento di tirare le somme.

Da dove partiamo? Dai premi, naturalmente.

In generale, le assegnazioni di questa edizione sono state definite fin troppo "politically correct" io, onestamente, sono piuttosto contenta così.
Tanto alla fine, non accadrà mai che vengano accontentati tutti: se non avesse vinto Lupita, tutti a gridare il white washing, al razzismo; ha vinto Lupita, eh bé diamo lo zuccherino alla comunità Afro. Insomma, ci siamo capiti.

Mi tolgo innanzitutto il sassolino Gravity: ovviamente l'unico film che ho arbitrariamente evitato di guardare per evitare di farmi venire gli attacchi di panico, si è portato via ben sette statuette. Praticamente tutte quelle tecniche più la regia. Dunque su questo non posso commentare più di tanto.

Per fare un excursus veloce sugli altri, Frozen era più scontato delle lacrime della D'Urso e ci sono rimasta male per la canzone, io speravo tanto vincesse Karen O con The Moon Song per Her, ma sono una maledetta illusa, in cuor mio lo sapevo che non avrebbe mai potuto vincere. 
Ottimi premi per i Costumi (The Great Gatsby) e Hair & Make Up (Dallas Buyers Club), quest'ultimo dimostrazione che non ci vuole un budget a tanti zeri per fare un buon lavoro.

Miglior Film e Miglior Sceneggiatura Non Originale: anche qui si è parecchio parlato di una scelta buonista dell'Academy, di una sorta di "lavaggio di coscienza". Il problema è che ad esagerare con questi commenti, si passa all'estremo opposto. Ora non è che non si può più premiare un film che parli di schiavitù/omosessualità/diritti civili/quello che volete perché lo si fa al solo scopo di mettersi in pace con i sensi di colpa più o meno storici. 12 Anni Schiavo è un gran bel film che quella statuetta se l'è meritata, piaccia o meno. Forse sono ingenua io, che cerco di guardare al lato pratico, senza tenere conto di tutti gli orpelli mentali che tanto giornalismo e tanta opinione generale inevitabilmente si portano appresso e con questo, comunque, non nego che molto probabilmente alcuni dei fattori che hanno portato alla vittoria di questa pellicola siano proprio quelli. Personalmente sono molto contenta di questa scelta, sarei stata ancora più contenta se avesse vinto Dallas Buyers Club, ma è già tanto che un piccolo film sia arrivato fin lì, quindi ringraziamo ed insacchiamo. (E tanto per dire, se avesse vinto The Wolf of Wall Street ci sarebbero state le polemiche opposte, proprio quello di cui parlavo prima).

Miglior Sceneggiatura Originale: Her. GAUDIO, GIOIA E TRIPUDIO. Non potevo crederci quando è stato chiamato il nome di Spike Jonze, sono contentissima perché almeno una statuetta questo piccolo gioiellino è riuscita a portarsela a casa. Super super meritato!

Miglior Film in Lingua Straniera: dobbiamo veramente discuterne? Parecchio scontata anche questa vittoria.
Sorrentino si lancia in un discorso di ringraziamento per il suo La Grande Bellezza che rimarrà nella storia della dizione inglese. Ma forse quello è il problema minore. Il suo premio era praticamente già stato annunciato dai Golden Globes, ha avuto un mese e mezzo per scriversi un discorso semidecente ed esercitarsi sulla pronuncia, ma non ha voluto prodigarsi a farlo. Pensiamo che, nonostante tutto, ci siamo portati a casa una statuetta dopo quindici anni, dopo quel 1999 che ci aveva fatto emozionare eccome. Sia per il film che per la cerimonia.



Attrice Protagonista: ha vinto Cate Blanchett, lo sospettavo e ne sono molto contenta. Il mio cuore era diviso tra lei e Judi Dench, dunque sono soddisfatta. Non me ne voglia la mia Queen Meryl, lei sarà stata eccezionale come sempre ma quel film, santa pazienza, mai più!

Attrice Non Protagonista: questa era una delle cinquine più spinose, anche se poi il tutto si risolveva in un duello tra Jennifer Lawrence e Lupita Nyong'o. L'ha spuntata quest'ultima e non perché doveva vincere ma semplicemente perché se l'è meritato. Le polemiche duravano da quasi due mesi ed avevano francamente rotto gli ammennicoli. Lupita doveva vincere perché ha interpretato una schiava che ha subito abusi?, e dove sta scritto? Lupita doveva vincere perché ha interpretato una schiava che ha subito abusi in maniera eccellente, il punto del discorso sta in queste tre ultime parole. Qualsiasi personaggio che sia ben interpretato è degno di rispetto, che sia una schiava, una casalinga psicopatica o quello che volete voi. Jen è stata bravissima, checché se ne dica in giro. Continuate pure a sguazzare nel vostro astio, tanto lei comunque una statuetta a casa ce l'ha e non è detto che se ne porti a casa altre nel futuro.

Attore Protagonista: e qui ci sarebbe da scrivere un trattato enciclopedico. Ha vinto Matthew McConaughey per il suo Ron Woodroof e meritatamente, facciamocene una ragione. Anche io tifavo per Leo e per tutti gli scippi che ha subito a partire da vent'anni fa, ma prendersela con Matthew non cambierà la situazione.
E lo so benissimo che Leo ha una lista infinita di film in cui ha interpretato magistralmente personaggi più o meno complicati mentre McConaughey ha girato "capolavori" come Magic Mike e si è ricordato a 45 anni che magari, scavando, un po' di talento ce l'ha. Purtroppo (?) i premi vengono assegnati per UN ruolo, non per la carriera, per quello ci sono le statuette apposta.
Mettiamoci l'anima in pace e ghigniamo ancora qualche altro giorno coi meme e speriamo che la prossima sia DAVVERO quella buona per il nostro buon DiCaprio, altrimenti finisce sul serio con delle belle Nozze Rosse con Rain of Castamere in sottofondo.

Attore Non Protagonista: questa è la vittoria che maggiormente mi ha resa felice, che mi ha fatta urlare come una pazza alle tre di notte e che mi ha fatta piangere come un babbuino della Guinea. Jared Leto con la sua splendida Rayon. Vorrei scrivere un paio di espressioni un tantino volgari ma mi limito a fare una gigantesca pernacchia a chi non voleva lui come vincitore. Tra membri della comunità LGBT e semplici scemotti che gli si sono scagliati contro per le motivazioni più assurde (la più clamorosa: non è trans, non doveva interpretare lui quel ruolo. Dunque cosa facciamo? Chiudiamo la baracca e ritiriamoci, perché se per interpretare un personaggio devi esserlo che senso ha il mestiere dell'attore?).
Io potrò anche non essere la persona più obiettiva sulla faccia della terra, ma avere il coraggio di negare la straordinarietà di questa performance è proprio da gretti ottusi (se vi offendete non è un mio problema, abbiate pazienza).
E giusto perché non ne ho abbastanza, vi schiaffo pure il più bell'acceptance speech della serata.



***

Discutiamo molto brevemente anche dello show in sé. 
Ellen DeGeneres è una garanzia. Ci sono stati dei momenti che sono stati davvero esilaranti.

Innanzitutto il selfie più retweettato della storia.


Che per un attimo ha anche mandato in tilt Twitter. Sul web ci sono innumerevoli altre angolazioni della foto (compresa quella con Liza Minnelli dietro tutti che tenta invano di zompettare per venir fuori nell'inquatratura) e anche svariate manip.

Un branco di idioti. 

L'altro highlight della serata di cui dobbiamo ringraziare sempre Ellen è il momento pizza. Ho visto talmente tante foto tra ieri e oggi che ho una voglia tremenda di mangiarne una. Applausi a Brad Pitt che distribuisce i piatti e a JenLaw che non si smentisce mai e si gode la sua fetta come se nulla fosse!



Ma colui che ha tenuto testa all'ennesimo mancato Oscar di Leo tra le menti più geniali del web è stato John Travolta che ha clamorosamente sbagliato il nome di Idina Menzel, facendone venire fuori un Adele Dazeem che ha scatenato di tutto, compresi i generatori di nomi in "Travoltese".


Non stiamo qui ad elencare i meme e le prese in giro a quel povero cristo di DiCaprio, altrimenti non ne usciamo più fuori, il web ne è pieno.
Ma vi lascio l'immagine che più mi ha fatta ridere, qui abbiamo un 2x1. Pure Jesus Leto!


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