giovedì 10 marzo 2011

The King's Speech [Film]

Il post di oggi è un po' impegnativo.
Film che ha avuto 12 nomination agli ultimi Academy Awards, e ha vinto 4 statuette tra le categorie più importanti: Best Picture (Miglior Film), Best Director (Miglior Regia) per Tom Hooper, Best Leading Actor (Miglior Attore Protagonista) per Colin Firth e Best Original Screenplay (Miglior Sceneggiatura Originale) per David Seidler.

The King's Speech






Amo Colin Firth. Amo Helena Bonham Carter. Amo la Gran Bretagna. Amo le biografie. Amo i film storici.
Direi che le premesse per vedere questo film c'erano tutte. Aggiungete il fatto che è uno dei film più premiati della stagione ed il quadro è completo.

Premessa: secondo la mia personalissima e banalissima opinione questo film deve essere visto necessariamente in lingua originale. Per i non ferratissimi in inglese, ci sono sempre a supporto i sottotitoli (io l'ho visto coi sottotitoli, ma per la mia media conoscenza della lingua, era piuttosto comprensibile anche senza). Ho imparato ad apprezzare la visione dei film in lingua originale grazie al Festival del Cinema di Roma, ora per quanto mi sia possibile e se la mia somma pigrizia si mette un po' da parte, cerco di guardare film e telefilm non doppiati.

Perché è necessaria la visione in lingua originale? Perché tutto il film è incentrato sulla parola. Sui discorsi.Ed è francamente inutile vedere un film come questo, doppiato. Il problema su cui ruota tutto il film è la balbuzie del duca di York, Alberto, padre della futura Regina Elisabetta II, che si ritrova, suo malgrado, monarca dell'Impero Britannico (Giorgio VI) nel periodo più delicato della storia inglese degli ultimi 100 anni. Per affrontare questo problema, dopo vari tentativi, si affida al logopedista australiano Logue. Che con vari metodi, anche un po' particolari, riesce ad aiutare Alberto, Bertie, ad affrontare questo grosso ostacolo. E' piuttosto chiaro quindi, il motivo di questo mio "consiglio".

Mi è piaciuto il film? Decisamente sì. Il ritmo non è certo impetuoso, anzi. Però io l'ho trovato adeguato. Come adeguata è la fotografia. Ogni tanto mi prende la nostalgia per qualche oldies, e questo film ne è un ottimo esempio.
Ho adorato Colin Firth, che ha strameritato l'Oscar. Ho adorato Helena Bonham Carter, e mi dispiace che lei non l'abbia vinto. E mi è piaciuto anche Geoffrey Rush.
Insomma, per quanto mi riguarda, un prodotto ben confezionato.

Ho veramente ben poco da aggiungere ad un film che parla tutto da sé.

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